Riforma del CBAM: A che punto siamo e cosa ci aspetta
La proposta di modifica del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM) dell’Unione Europea, presentata il 26 febbraio 2025, ha l’obiettivo di semplificare e rafforzare il sistema, con un occhio di riguardo per le piccole e medie imprese (PMI). Ecco un’analisi dettagliata dello stato attuale della procedura, dei possibili scenari futuri e delle nuove tempistiche.
Stato Attuale della Procedura
Il percorso legislativo della proposta 2025/0039(COD) è in fase avanzata. Dopo la proposta iniziale della Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’UE hanno raggiunto un accordo provvisorio il 18 giugno 2025. Questo accordo rappresenta un punto di svolta fondamentale, poiché indica che le due istituzioni hanno trovato un compromesso sui punti chiave della riforma.
L’accordo provvisorio è stato poi confermato dal Comitato dei Rappresentanti Permanenti (Coreper) il 27 giugno 2025, dando il via libera per la fase finale del processo legislativo. Attualmente, il testo è in fase di revisione da parte dei giuristi-linguisti di entrambe le istituzioni, un passaggio tecnico necessario prima dell’adozione formale.
Panorami Possibili e Scenari Futuri
Dato il raggiungimento dell’accordo provvisorio, i possibili scenari si sono notevolmente ridotti. Le opzioni sono ora principalmente due.
Approvazione senza modifiche: Questo è lo scenario più probabile. Il testo concordato in via provvisoria verrà approvato formalmente sia dal Parlamento Europeo che dal Consiglio.
Rinvio o richiesta di modifiche minori: Sebbene molto improbabile, è teoricamente possibile che durante la revisione giuridico-linguistica emergano delle questioni che richiedano ulteriori chiarimenti o piccole modifiche. Questo potrebbe causare un lieve ritardo, ma non dovrebbe alterare la sostanza dell’accordo.
La riforma del CBAM si concentra principalmente sull’introduzione di una soglia de minimis per esentare gli importatori di piccole quantità (meno di 50 tonnellate all’anno di beni coperti dal CBAM) dagli obblighi di conformità. Questo dovrebbe ridurre significativamente gli oneri amministrativi per le PMI, pur mantenendo l’efficacia ambientale del meccanismo, coprendo comunque il 99% delle emissioni di CO₂ derivanti dalle importazioni.
Nuova Data di Approvazione
L’approvazione formale da parte del Parlamento Europeo e del Consiglio è attesa per il 10 settembre 2025. Una volta adottato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, il regolamento rivisto entrerà in vigore entro tre giorni.
È importante notare che, sebbene il regolamento entri in vigore rapidamente, alcune delle sue disposizioni più significative, come l’obbligo per i dichiaranti CBAM di presentare la loro prima dichiarazione annuale, si applicheranno a partire dal 2027 per l’anno 2026.
In conclusione, la riforma del CBAM è quasi giunta al termine del suo percorso legislativo. L’accordo provvisorio raggiunto tra Parlamento e Consiglio ha spianato la strada per un’adozione rapida, prevista per il prossimo mese, con l’obiettivo di rendere il meccanismo più snello e accessibile, specialmente per le piccole e medie imprese.
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L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha introdotto significative novità in materia di garanzie per la fiscalità nazionale, come l’IVA all’importazione. Con la Circolare N. 23/2025 del 2 settembre 2025, l’ADM ha fornito le istruzioni operative per l’applicazione del Decreto Legislativo n. 141 del 26 settembre 2024 che possono tradursi in importanti benefici per le aziende che importano merci, alleggerendo gli oneri finanziari legati alle cauzioni.
Cosa Cambia per le Aziende Importatrici?
La principale novità consiste nella possibilità di ottenere una riduzione o addirittura l’esenzione completa dalla prestazione della garanzia per l’IVA all’importazione. Questa misura è stata introdotta per armonizzare le procedure nazionali con il Codice Doganale dell’Unione, creando un sistema più omogeneo sull’intero territorio nazionale.
Riduzioni Flessibili e Vantaggi per la Liquidità
A differenza della normativa unionale sui dazi, che prevede soglie di riduzione fisse, le nuove regole per la fiscalità nazionale (IVA) introducono una maggiore flessibilità. Le aziende potranno ora beneficiare di riduzioni percentuali variabili, che possono arrivare fino all’azzeramento completo dell’importo da garantire. La decisione sulla percentuale di riduzione o sull’esonero dipenderà da una valutazione approfondita da parte dell’Ufficio delle Dogane competente, che terrà conto di diversi fattori.
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