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STAZIONI SPERIMENTALI: VARIAZIONI ALIQUOTE CONTRIBUTIVE ANNO 2020

L’Agenzia delle Dogane applica le delibere emesse dal Ministero dello Sviluppo Economico in merito alle Stazioni Sperimentali circa le nuove aliquote contributive dell’anno 2020.

Queste interessano:

– La Stazione Sperimentale delle Pelli e delle Materie Concianti SRL (codice tributo 910), la cui aliquota raggiunge l’ 1.5 per mille;

La Stazione Sperimentale del Vetro (codice tributo 916), la cui aliquota si attesta all’1 per mille.

Aliquota invariata, salvo aggiornamenti del Ministero, per le Stazioni Sperimentali combustibili, carta cartone e pasta per carta, seta e industrie degli oli e dei grassi (codici tributo 912, 913, 914, 915) e per le Stazioni SperImentali “Conserve Alimentari” e “per le Essenze e dei derivati degli agrumi” (codici tributo 909 e 911).

Per visionare il comunicato ufficiale dell’Agenzia delle Dogane clicca qui

L’Agenzia delle Dogane comunica la fissazione semestrale del tasso di interesse

Con una nota prot. n. 195551/RU del 25/11/2019, l’Agenzia delle Dogane ha comunicato la fissazione semestrale del tasso di interesse, di cui all’art. 79 del TULD, per il pagamento differito dei diritti doganali oltre il periodo di 30 giorni relativo al periodo dal 13/07/2019 al 12/01/2020, nella misura dello 0.213 per cento annuo.

Tale fissazione è stata determinata con decreto del 30/08/2019, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 213 del 11/09/2019. La Dogana ha ribadito che il tasso di interesse si applica esclusivamente alle facilitazioni di pagamento inerenti la fiscalità interna e, ai sensi dell’art. 86 del TULD, maggiorato di 4 punti ai soli pagamenti ritardati di fiscalità interna.

Manto Shipping + Vitesy Natede: insieme per l’ambiente

Manto Shipping è da sempre sensibile alla tutela dell’ambiente e quindi al benessere del suo staff. Ecco perché ha scelto Natede, il purificatore d’Aria intelligente di Vitesy, che sfrutta il potere naturale delle piante per purificare l’aria, rimuovendo gli agenti inquinanti presenti negli ambienti e non rinunciando all’aspetto del design.

Tassa container annullata, aumento dell’ Ires. La Legge di Bilancio 2020 fa discutere

In questi giorni si è scatenato un vero e proprio vespaio tra gli operatori portuali sulle norme della Legge di Bilancio 2020 discussa in parlamento in queste ore. Il tentativo dello Stato di istituire una tassa sui container e di aumentare l’ Ires non è piaciuta e, se la prima è stata già annullata, rimangono i forti dissapori sulla seconda.
La cosiddetta “Robin Tax” che prevede l’aumento del 2% sull’Ires colpisce i redditi netti dei concessionari pubblici, nel caso specifico società autostradali, ed aeroportuali, portuali, ferroviari e trasporti in generale.

Voci autorevoli si sono già poste in prima linea per ribadire il dissenso.

Assiterminal interviene affermando: «Attoniti è l’aggettivo più appropriato. Anche su questo provvedimento non entriamo sul merito “al fine di realizzare interventi volti al miglioramento della rete infrastrutturale e dei trasporti” che ovviamente trova non solo la nostra categoria, ma tutto il cluster vicino al Governo. Non possiamo esimerci dal sottolineare ancora una volta che simili iniziative inerziano il settore della portualità! Chiediamo pertanto un “ravvedimento operoso!»

Il Presidente di Federlogistica e Conftrasporti Luigi Merlo invece dichiara:
“Provvedimento iniquo e discriminante perché i canoni sulle concessioni portuali in Italia sono disomogenei a causa del fatto che il ministero dei Trasporti non ha mai emanato l’apposito regolamento e Art non ha reso omogenei i canoni. In questo modo a essere penalizzati saranno ancor di più coloro che pagano già di più. Questo accanimento sulla portualità non ha precedenti e sarebbe interessante capire gli ispiratori di provvedimenti suicidi come questi”.

Le prese di posizione di queste ed altre associazioni portuali sono la reazione di un settore che ha la necessità di crescere per mantenersi vivo sul mercato internazionale. Come può farlo se l’obiettivo rimane comunque quello rafforzare la pressione fiscale?

L’economia del mare è il motore del paese, ma è in difficoltà. Perché tassarlo di più?

La tensione che si respira è palpabile, testimonianza è quanto scrive Mino Giachino, presidente di Saimare, in una lettera aperta alla ministra dei trasporti Paola De Micheli pubblicata sul The Medi Telegraph. Una riflessione che pone le basi sui limiti e le difficoltà del settore.

I porti, sostiene Giachino, garantiscono allo stato un’entrata fiscale pari a 12 miliardi di euro all’anno, tra iva ed accise. L’Export italiano va forte e traina l’economia del Paese che va a rilento da anni, questo nonostante le carenze di una logistica che andrebbe migliorata ed un sistema burocratico avvilente che danneggia la nostra competitività con gli altri paesi europei.

Il problema delle infrastrutture è evidente. Non adeguarle significa rimanere indietro con i nostri competitors e quindi togliere potenziali introiti che potrebbero essere reinvestiti nel settore. L’Italia tra l’altro non può mancare l’appuntamento con la rete Core Network nel 2030, anno nel quale il nostro Paese dovrà completare le tratte interessate dei quattro Corridoi ferroviari previsti, una trama di reti trans-europee di trasporto che collegheranno porti ed aeroporti di tutta Europa.

Anche se la tassa sui container è stata annullata, rimane l’assenza di proposte concrete (e risolutive) sui problemi citati e l’idea di ricondurre tutto al tassare “qualcos’altro” per compensare è motivo di preoccupazione valido.

Il rischio di fornire ulteriori assist alla concorrenza è ancora troppo alto.

Analisi Economico-Finanziaria dei principali Terminal Container Italiani 2019

Il 4 novembre 2019 il Centro Studi Fedespedi ha pubblicato l’analisi Economico-Finanziaria dei Terminal Container 2018 per il terzo anno consecutivo. L’obiettivo dello studio è quello di analizzare le prestazioni economico-finanziare dei dieci principali Terminal italiani che detengono il 74% dei traffici portuali nazionali (Ancona, La Spezia, Cagliari, Gioia Tauro, Salerno, Ravenna, Genova, Livorno, Trieste e Venezia), snodi cruciali per il traffico terra-mare dei containers che, anno dopo anno, catturano l’interesse delle compagnie marittime nazionali ed internazionali.

L’analisi del Centro si basa sui bilanci depositati nelle Camere di Commercio e sui dati relativi alle dotazioni infrastrutturali (dimensioni banchine e terminal) disponibili nei siti web delle dieci società prese in esame. I dati complessivi considerano i ricavi, le movimentazioni e i cambiamenti sugli assetti proprietari dei porti.

Il bilancio del 2018 segna una continuità dal punto di vista economico. Il fatturato complessivo dei terminal analizzati ammonta a 642 milioni di euro, con un valore aggiunto di 354 milioni di euro ed un risultato finale di 81 milioni di euro pari quindi al 12,6% del fatturato, in linea con quello registrato nel 2017.

Per quanto riguarda la movimentazione dei containers si registra un calo del 3,3% rispetto all’anno precedente, complice la flessione dei porti di Cagliari, Livorno, Gioia Tauro e Venezia. A controbilanciare il trend negativo, svettano i buoni risultati di Genova, Trieste e La Spezia.

I numeri dell’analisi dichiarano che i terminal “hanno movimentato 7,893 milioni di Teu – il 74% del totale italiano su una superficie totale di 4,987 milioni di metri quadrati e avvalendosi di 88 gru da banchina”.

Cambiamenti importanti anche sugli assetti proprietari dei porti di Gioia Tauro e Genova.

A Gioia Tauro, il Terminal Investment Ltd del Gruppo MSC acquisisce il 50% di Contship Italia su Medcenter, controllando così il 100% del terminal.

Stessa cosa accade a Genova, dove MSC rileva il 35% di quote dalla Seber Srl, acquisendo così l’intero capitale del Consorzio Bettolo. Il nuovo terminal container di Calata Bettolo dovrebbe essere operativo dal 2020, con una capacità potenziale superiore ai 500.000 Teu.

Monitorare le performance di questi terminal, aiuta a capire dove e come migliorare un servizio che deve garantire velocità e sicurezza sul traporto dei containers ed essere quindi più appetibile ai vettori che scelgono il porto più adatto per i propri traffici.

Controlli sui gas fluorurati. La TARIC si aggiorna

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli aggiorna la Taric tenendo conto del Regolamento (UE)  n. 517/2014 e del Regolamento d’esecuzione (UE)  n.879/2016. Lo dichiara nel comunicato stampa del 21 ottobre 2019, in cui riferisce che il sistema informatico della tariffa integrata comunitaria (TARIC) integra, sulla base delle norma UE di cui sopra, l’Opzione C oltre le già presenti A e B delle Dichiarazioni di conformità. Il provvedimento è esecutivo dal 23 ottobre 2019.

Queste norme inseriscono il commercio di apparecchiature di refrigerazione, di condizionamenti d’aria e di pompe di calore precaricate con idrofluorocarburi all’interno del sistema di quote dell’Unione e, come anticipato sopra, prevedono la compilazione della Dichiarazione di conformità nelle opzioni A, B  e C da parte dei relativi fornitori ed importatori da ora interamente disponibile nella TARIC (Opzione C, casella 44 del DAU).

Il Sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’Ue (ETS UE) agisce secondo un sistema di limitazione e di scambio delle emissioni dei gas. Le quote cui si fa riferimento, sono dei tetti di diffusione massima che le aziende sono tenute a rispettare per non incorrere in sanzioni.

Patto Italia Cina: l’importanza dell’accordo di Luglio per l’economia e la sicurezza

Mentre il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump prosegue la sua guerra commerciale contro Unione Europea e Cina, l’Italia si è già mossa per instaurare rapporti sempre più vantaggiosi con la stessa Pechino.
Lo scorso Luglio infatti, il Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Benedetto Mineo ed il vice Ministro delle Dogane della Repubblica Popolare Cinese Wang Lingjun, si sono incontrati presso la sede dell’Agenzia delle Dogane a Roma ed hanno stipulato un nuovo accordo tra i due paesi.

L’obiettivo è quello di snellire le procedure doganali di import ed export tra Italia e Cina per potenziare e facilitare lo sdoganamento delle merci dando precedenza ai rispettivi operatori economici autorizzati (AEO). L’intesa si traduce in un’ alleanza tra i porti di Ravenna, Trieste e Venezia con quello di Shanghai del tutto simile all’accordo precedente che ha coinvolto Genova e Tianjin.

Per avere un’idea del giro d’affari negli scambi internazionali tra Cina ed Italia, basta dare un’occhiata a quanto pubblica il Ministero dello Sviluppo Economico. Nelle tabelle Import ed Export degli ultimi anni, la Cina è al secondo posto tra i paesi destinatari delle esportazioni italiane tra i paesi extra Ue, mentre l’Italia è al primo posto tra i paesi destinatari delle esportazioni cinesi.
Un volume d’affari trai due paesi che si aggira intorno a quasi 45 miliardi di euro, con interscambio commerciale che cresce esponenzialmente anno dopo anno: +10.6% nel nostro export e +22% del loro import dal 2017 ad oggi. L’Italia è quindi il terzo partner europeo della Cina.
L’accordo prevede il libero scambio di informazioni su problematiche doganali, più operazioni congiunte per contrastare illeciti e gestire insieme valutazioni di rischio a tutela della sicurezza dei consumatori.

Trump contro tutti – La Guerra commerciale Usa contro UE e Cina

Quando parliamo di conflitti mondiali pensiamo subito alle guerre, quelle che si combattono con armi in mano nelle zone piu calde del globo. Tuttavia esistono altri tipi di conflitti che, se pur silenziosi e senza spargimenti di sangue, possono incidere molto sul rapporto tra i Paesi e sugli scambi commerciali di tutto il mondo.

Negli ultimi mesi il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto subito capire in che modo gli Usa vogliono contrastare i maggiori competitor commerciali.

  • Parliamo di dazi maggiorati, sentenze impugnate e liste nere aggiornate con grossi armatori cinesi.

 

Tariffe punitive contro l’Unione Europea

 

Come riporta Maurizio Sacchi nel suo articolo “Guerre commerciali: il fronte Usa, Cina, Ue” il 17 ottobre scatteranno le tariffe punitive ai danni dell’UE su merci provenienti dal vecchio continente che vanno dall’aeronautica ai prodotti agricoli come formaggi ed olive.

Questo atteggiamento aggressivo sarebbe figlio di una sentenza impugnata dagli Usa dal WTO “World Trade Organization” contro l’Europa colpevole di aver fornito aiuti al “progetto Airbus” che ha danneggiato le industrie Usa del settore.

L’Italia viene quindi risucchiata nel calderone perché esportatore principe di quelle merci agricole che saranno così duramente tassate dal 18 ottobre in poi. La stessa che ha contribuito a questo progetto in modo del tutto marginale, essendo di matrice franco tedesca con appoggi di Spagna e Gran Bretagna.

 

 

Cosco nella Lista Nera Usa degli armatori cinesi

 

La Cina ha capito che il dominio terrestre degli scambi commerciali non è abbastanza per eguagliare quello marittimo made Usa. Le politiche d’espansione in mare hanno portato uno degli armatori piu grossi del globo, Cosco  nel mirino degli Usa che accusano la compagnia cinese di “aver violato l’embargo sulle forniture petrolifere di Teheran” come riportato da Federico Giuliani del suo articolo “Gli Stati Uniti stanno affossando il trasporto marittimo della Cina”. Oltre a garantire il controllo di numerosi porti mondiali (tra cui uno anche in Liguria), Cosco infatti garantisce  alla Cina grosse quantita di petrolio proveniente anche dai Paesi colpiti da sanzioni americane, come appunto l’Iran.

Questa misura di contrasto by Usa ha di fatto messo nel caos la compagnia, costringendo la Cina a sostituire ben quattro spedizioni di petrolio dal Medio Oriente dopo l’intervento di Trump.

 

La Guerra Commerciale di Trump avra quindi effetti importanti sull’economia mondiale, il risultato di queste manovre d’attacco è ancora incerto e non è detto che portino un effettivo vantaggio agli Stati Uniti, anzi potrebbe sfociare in un effetto “boomerang” che complicherebbe non poco il dialogo con Unione Europea e Cina.

Incoterms 2020 alle porte: cosa cambia e come studiarli

Il 18 ottobre 2019 si festeggerà a Roma il centenario della International Chamber of Commerce (ICC) ed in occasione dell’evento saranno anche presentati ufficialmente gli Incoterms 2020 in Italia.
Le regole doganali che hanno organizzato gli scambi commerciali in tutto il mondo dal 1936, si rinnovano ogni dieci anni ed dal 1 gennaio 2020 entrerà in vigore l’ultima versione.

Analizziamo in breve quali sono gli incoterms che con molta probabilità saranno eliminati, modificati o creati dal prossimo anno.

 

Incoterms 2020: Cosa potrebbe cambiare?

1. Niente più EXW e DDP

Le aziende non esperte in scambi internazionali si sono sempre affidate agli incoterms Ex Work – Franco Fabbrica (EXW) e Delivered duty paid – Reso sdoganato (DDP) per tutti i costi, gli oneri e i diritti tra compratore o venditore.

La scelta di eliminarli è motivata da due considerazioni:
• Inconterms poco raccomandabili per gli scambi internazionali a causa delle difficoltà e dei rischi che comportano
• Risultano contraddittori con i nuovi regolamenti doganali dell’Unione Europea

2. Rimozione del FAS e due tipi di FCA

Il Free along side ship – Franco lungo bordo (FAS) è un incoterms usato poco e spesso crea difficoltà sulla gestione dei tempi d’imbarco.

Tuttavia:
• Essendo utilizzati soprattutto per minerali e cereali la Camera di Commercio Internazionale si riserva una concessione speciale per questi prodotti

Per questo si decide di lasciar spazio al Free Carrier – Franco corriere (FCA) per la comodità che offre in termini di tempi e luoghi scelti in libertà tra compratore e venditore.

Nel 2020 ci saranno due FCA in base al tipo di trasporto scelto:
• Free carrier di tipo marittimo
• Free carrier di tipo terrestre

3. Nuovo Incoterm: il CNI

Gli Incoterms 2020 non prevedono solo modifiche o eliminazioni, ma anche nuove voci che riequilibrano gli accordi negli scambi.
Questo è il caso del Cost and Insurance – Costo ed Assicurazione (CNI) che dà modo di far pagare l’assicurazione anche all’ acquirente (laddove il CIF regola il contrario).

Quindi:
Il rischio di trasporto diventa responsabilità dell’acquirente nel porto di partenza

Come studiarli: i training italiani e il nuovo libro aggiornato della ICC

Tutte le novità sugli Incoterms 2020 saranno spiegate da appuntamenti organizzati proprio dall’ Italia International Chamber of Commerce dopo la presentazione ufficiali del 18 ottobre a Roma.

I training si svolgeranno a Roma per i mesi di ottobre, novembre e dicembre allo scopo di preparare al meglio chi vuol farsi trovare pronto prima del lancio.

  • Date, costi ed info dei corsi italiani sono elencati nel sito web ufficiale dell’ ICC indicando “Italia” nella voce “Search” in altro a destra della pagina.

Ricordiamo che in ogni caso esiste già il libro ufficiale sugli Incoterms 2020 sia in italiano che inglese, acquistabile nello store online italiano dell’ ICC

L’Autorizzazione AEO non fa più paura: La I edizione del Corso di Formazione in Responsabile delle Questioni Doganali alla Lumsa Master School di Palermo

La materia doganale è complessa, richiede professionalità ed una formazione adeguata. Serve attenzione, responsabilità e soprattutto competenza quando dobbiamo affrontare spedizioni internazionali.
La figura del Responsabile delle questioni doganali diventa quindi fondamentale per gestire e risolvere rischi, contenziosi e pratiche doganali.

Per questo

• Molte aziende che si occupano di scambi commerciali oltre frontiera, richiedono con forza questa figura professionale

•  perchè così possono richiedere l’autorizzazione AEO ed ottenere vantaggi enormi in termini di tempo e denaro.

Il mercato del lavoro in questo settore è in grande crescita, per essere competitivi con le altre aziende straniere occorre farsi trovare pronti, veloci ed efficienti.

 

Il Corso alla Lumsa Master School

Un corso didattico specializzato rappresenta la soluzione ideale per ottenere profili altamente specializzati in grado di far fronte alle difficili questioni doganali ed aiutare le aziende che vogliono espandersi e consolidarsi nel commercio internazionale.

• La Lumsa Master School di Palermo risponde all’esigenza di mercato, ideando la I edizione del Corso di Formazione in Responsabile delle questioni doganali

• Dove il Dott. Danilo Manto, esperto doganalista e Managing Director della Manto Shipping & Consulting Srl, ricopre il ruolo di Condirettore del corso.

Voluto proprio per creare figure professionali chiave con specifiche competenze in materia doganale e soddisfare le aziende che vogliono ottenere vantaggi nelle spedizioni internazionali dall’ Autorizzazione AEO.

Questo corso è già stato riconosciuto ed approvato dall’ Agenzia delle Dogane. Lo si può vedere in questa lista ufficiale

 

A chi si rivolge, il Programma Didattico

I destinatari del corso sono proprio le aziende che intendono richiedere l’ autorizzazione AEO e che devono trovare tra le loro fila una o più figure capaci di dimostrare competenze specifiche nella legislazione doganale come previsto da legge.
Il Programma didattico è consultabile nella pagina web del corso e prevede una preparazione completa nel mondo della Dogana fatto di leggi, di qualificazione della merce, di accertamenti, di contenziosi e di sistemi informatici doganali.

Ma attenzione:

• L’accesso al corso è riservato solo a chi risponde a determinati requisiti ed è considerato idoneo dopo un colloquio preventivo
• Chi otterrà l’esito migliore potrà richiedere e godere della Borsa di Studio messa a disposizione dalla Manto Shipping & Consulting Srl

Nella pagina web del corso chiarisce chi può iscriversi al corso nella voce Obiettivi e requisiti di ammissione

 

Dove e quando

Il corso infatti si terrà presso la Lumsa Master School di via Filippo Parlatore, 65 a Palermo.
La durata è di 2 mesi, il periodo in cui si svolgerà è compreso tra marzo ed maggio 2020.

Per venire incontro alle esigenze lavorative di dipendenti, il corso si svolgerà solo nel fine settimana.

Gli orari previsti sono infatti:
Venerdì dalle ore 15.00 alle ore 19.00
Sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00

Occhio alla scadenza per iscriversi:
Le iscrizioni sono aperte fino al 22 dicembre 2019, allegando tutta la documentazione richiesta agli indirizzi:
[email protected]
[email protected]

 

Quanto costa e la Borsa di Studio della Manto Shipping

Il costo del corso è di € 916. Tuttavia l’iscrizione prevede due agevolazioni per venire incontro a tutti:

Un anticipo di € 616 all’ atto di iscrizione ed una successiva rata di € 300 da versare entro due mesi dall’ attivazione del Master
• La Borsa di Studio della Manto Shipping & Consulting Srl da assegnare al più meritevole tra i candidati che accedono al corso attraverso il colloquio